Ponza, Palmarola, Ventotene e le altre Isole Pontine sono un paradiso irrinunciabile a breve distanza dalla città di Latina
Meravigliose e facilmente raggiungibili, l’Arcipelago delle Isole Pontine è situato al Centro del Mar Tirreno ed è composto da Ponza, Palmarola, Zannone e Gavi, Ventotene e S.Stefano. Luoghi fantastici, dei veri e propri angoli di paradiso a breve distanza dalla città di Latina. Il nostro staff saprà indicarvi il modo migliore per raggiungerli organizzando perfettamente i vostri spostamenti e preservando l’entusiasmo dell’esperienza da vivere.
Le isole Ponziane (dette anche in modo erroneo isole Pontine) sono un arcipelago del Mar Tirreno, al largo delle coste del golfo di Gaeta, hanno una popolazione complessiva di circa 4.000 abitanti (ponzesi), che nel periodo estivo diventano molti di più a causa di un intenso movimento turistico.
L’arcipelago comprende sei isole maggiori, divise in due gruppi principali:
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- gruppo di nord-ovest (appartenente amministrativamente al comune di Ponza)
- Isola di Ponza
- Isola Palmarola
- Isola di Zannone
- Isola di Gavi
- gruppo di sud-est (appartenente amministrativamente al comune di Ventotene)
- Isola di Ventotene
- Isola di Santo Stefano
I comuni dell’arcipelago, precedentemente afferenti alla provincia di Terra di Lavoro e, dopo la soppressione di questa, alla provincia di Napoli, furono trasferiti sotto il Fascismo alla provincia di Littoria, insieme con il circondario di Sora.
Le isole sono raggiungibili in traghetto o aliscafo da Formia, Anzio, Terracina, San Felice Circeo, Napoli, Pozzuoli e Ischia.
Isola di Ponza
Ponza, il cui nome deriverebbe dal greco antico Pòntos, Πόντος o Pontia, Πόντια, ossia «mare»,ha una superficie di 7,5 km² ed è quasi completamente collinare: sovrastata al centro dai monti Core, Tre Venti e Pagliaro, raggiunge la massima altitudine con il monte Guardia da cui è possibile ammirare il faro della guardia. Le sue spiagge frastagliate e per lo più rocciose, sono composte da caolino e tufi, a dimostrazione, insieme con i numerosi crateri vulcanici spenti ma tutt’oggi riconoscibili, dell’origine vulcanica dell’isola. La presenza di grotte sottomarine e di scogliere richiamano ogni anno migliaia di appassionati, famosi sono anche la Scogliera e i Faraglioni di Lucia Rosa, che prendono il nome dalla protagonista di una tragedia realmente accaduta nel XIX secolo. Lucia Rosa era una giovane donna di diciannove anni, innamorata di un misero contadino ma impedita a sposarlo per l’opposizione della famiglia: la ragazza, in preda alla disperazione, si suicidò gettandosi dall’alta scogliera, che venne ribattezzata in suo nome dagli abitanti del posto. La forma dell’isola è stretta e allungata, e si estende dal Faraglione La Guardia, a sud, alla Punta dell’Incenso, a nord-est, che dà sulla vicina Isola di Gavi; quest’ultima è separata da Ponza da un braccio di mare di appena 120 metri. Nel 312 a.C. giunsero i Romani sull’isola che destinarono Ponza per lo più a luogo di confino, ma anche di villeggiatura, possiamo infatti ammirare in quest’isola rovine di numerosa ville romane. Negli anni ottanta invece fu scoperto il relitto di un’antica galea romana, probabilmente naufragata nel I secolo d.C., che trasportava vasellame e provvigioni. Nel medioevo l’isola rimase un fiorente centro religioso e commerciale, grazie all’opera dei monaci benedettini, i quali eressero l’abbazia di Santa Maria. Ma l’opera dei frati fu pressoché vanificata quando, a partire dal IX secolo, Ponza fu oggetto di feroci razzie da parte dei pirati saraceni. Solo nel 1202 l’isola tornò all’antica importanza, grazie alla Bolla con cui papa Innocenzo III riaffidò ai frati cistercensi l’abbazia di Santa Maria, la quale nel 1233 venne «incorporata» nella Basilica di Sant’Anastasia al Palatino fuori le mura di Roma. Ponza, che nel 1322 era passata alle dipendenze dell’abbazia di Fossanova (con la bolla di papa Onorio III), nel 1454 fu occupata dagli Aragonesi, che scacciarono i monaci cistercensi dall’isola: questi, rifugiatisi a Formia, fondarono la chiesa di Santa Maria di Ponza.
Come raggiungere Ponza da Terracina in meno di 60 minuti
dal 14 aprile al 15 giugno ogni venerdi sabato domenica e festivi un biglietto per la nave jet veloce ha il costo di € 44,00 per gli adulti e € 25,00 per i bambini dai 2 ai 12 anni
oppure vi proponiamo una mini crociera accompagnati dal marinaio-cicerone dedicata al versante sud dell’isola per ammirare la pittoresca baia del porto, il promontorio e il faro borbonico e tantissime altre meraviglie dell’isola al costo di € 57,00 per gli adulti e € 34,00 per i bambini dai 2 ai 12 anni
Per ulteriori informazioni contattare Shuttle viaggi allo 0773721748-3397722725 o all’indirizzo e-mail info@ponzaturismo.it
Isola di Palmarola
Scopri l’isola di Palmarola, riserva naturale che fa parte dell’arcipelago delle Isole Pontine, con spiagge cristalline considerate tra le più belle del mondo
E’ un’isola situata nell’arcipelago delle Isole Ponziane, nel Mar Tirreno.Si trova a circa 10 km ad ovest di Ponza ed è la terza isola per grandezza dell’arcipelago ponziano, dopo Ponza e Ventotene. Chiamata anche «la Forcina» per la sua forma, prende in realtà il nome dalla palma nana, unica palma originaria dell’Europa, che cresce selvatica sulla sua superficie. L’isola era nota in antichità col nome Palmaria. A Palmarola fu esiliato e morì papa Silverio, Santo patrono del comune di Ponza che viene festeggiato il 20 giugno. Lo scoglio di San Silverio accoglie sulla sua sommità una piccola cappella che la tradizione popolare narra sia sorta sui resti della forzata residenza del Santo.L’isola è una riserva naturale e, grazie al suo aspetto incontaminato e alla varietà delle sue coste, è considerata una tra le più belle isole del mondo. Abitata solo nel periodo estivo, diventa luogo di ritiro per i ponzesi che si rifugiano nelle case grotta, tipiche abitazioni scavate nella roccia di Palmarola.
Isola di Ventotene
Il territorio comunale si estende sull’isola omonima e sulla vicina isola minore di Santo Stefano, entrambe appartenenti all’arcipelago delle isole Ponziane, nel Mar Tirreno. Con una superficie di 1,54 km² è per dimensioni il comune più piccolo dell’Italia centrale. L’isola è caratterizzata da conformazioni tufacee. Le prime tracce della presenza umana sull’isola risalgono al tardo neolitico quando l’isola diventò un punto di passaggio e di sosta sulle prime navi che solcavano il Tirreno. Denominata dai greci Pandataria o Pandaria, Ventotene iniziò ad essere abitata solo quando l’imperatore Augusto decise di costruirvi sopra l’attuale Punta Eolo una sontuosa villa per le vacanze che comprendeva anche un porto, piscine termali, cisterne per l’acqua piovana, acquedotti, peschiere. In questa villa fu poi spedita in esilio la figlia di Augusto, Giulia rea di aver violato la legge sulla moralizzazione pubblica. In seguito vi saranno confinate altre celebri donne romane: Agrippina Maggiore (spedita qui da Tiberio), Claudia Ottavia (cacciata da Nerone) e Flavia Domitilla, esiliata dallo zio Domiziano per la sua conversione al Cristianesimo. Sull’isola si sviluppò anche un piccolo villaggio che ospitò anche una comunità cristiana ma agli inizi del VII secolo d.C. Ventotene era definitivamente spopolata. Nel 1734 dopo la morte di Elisabetta Farnese l’isola passa al figlio Carlo III di Borbone, re di Napoli ma solo nel l XVIII secolo Ferdinando IV di Borbone avvia un piano di ripopolamento dell’isola di Ventotene. Nel 1769 viene costruita la chiesa di Santa Candida che sarà poi consacrata nel 1774. L’ingegnere Francesco Carpi progetta la realizzazione delle scenografiche rampe d’accesso che collegano la chiesa al porto e il nuovo forte circondato da un fossato. L’isola viene destinata inizialmente ad ospitare forzati ed ex prostituite, poi a partire dal 1772 ospiterà principalmente coloni provenienti da Napoli e dalla penisola sorrentina. Parallelamente nel 1795 viene completata la costruzione del carcere sull’isolotto di Santo Stefano dove vengono rinchiusi gli ergastolani e dal 1813 i prigionieri politici.Durante il fascismo, nel 1926 Ventotene diventa il luogo di prigionia per molti oppositori del regime. Verranno esiliati qui l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Giorgio Amendola, Mauro Scoccimarro, Giuseppe Romita, Luigi Longo, Giovanni Roveda, Pietro Secchia, Altiero Spinelli e Pietro Grifone e tanti altri. Nel 1940 a Ventotene vivono 900 confinati sorvegliati da 300 poliziotti. La presenza sull’isola delle più importanti personalità dell’antifascismo trasforma Ventotene in un vero e proprio laboratorio politico. Nel 1941, tre confinati Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni scriveranno il manifesto «Per un’Europa libera e unita», poi noto con il nome di Manifesto di Ventotene che in pieno conflitto mondiale chiedeva l’unione dei paesi europei e che poi ispirerà il processo di integrazione europea culminato con la nascita dell’Unione Europea nel 1992.Il 24 luglio del 1943, durante la seconda guerra mondiale, aerei inglesi colpiscono il piroscafo «Santa Lucia» a largo di Ventotene: nella tragedia muoiono 60 persone. Pochi giorni dopo, il 27 luglio con la caduta del fascismo, i confinati prendono il controllo dell’isola e istituiscono la «repubblica di Ventotene«. Il 9 settembre è occupata dagli americani. Con la liberazione, nel 1945, torna all’Italia.
Escursione di una giornata su un Bavaria 42 (13,40 metri)
Imbarco alle ore 09:30 al porto di Nettuno:
bagni e sole davanti Torre Astura
Pranzo e Bevande, Veleggiata
Sbarco a Nettuno alle ore 18:00
Su richiesta Massaggi Terapeutici.
Informazioni presso la reception del Park Hotel.